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sabato 28 gennaio 2012

Pubblicità!

Impazza su youtube un video promozionale
della compagnia di bandiera del Paese nordico

SPOT CURIOSI: cliccate su You Tube è davvero simpatico
Il ballo indiano delle hostess finlandesi
Impazza su youtube un video promozionale della compagnia di bandiera del Paese nordico
MILANO – Immaginate di prendere un volo intercontinentale e che, improvvisamente, poco prima del decollo, tutto il personale si scateni in una danza appassionata per due minuti e trenta. Per festeggiare una ricorrenza importante, per fare una sorpresa o semplicemente, come ha dichiarato V. Iyer, del personale della compagnia finnica, “giusto per divertirsi”.

BUON ANNIVERSARIO INDIA - Le note sono quelle di Deewangi Deewangi, della pellicola di Bollywood Om Shanti Om, diretta da Farah Khan. Il volo sta partendo da Helsinki e la meta è Nuova Delhi. E’ il 26 gennaio, anniversario della Repubblica indiana. Tutto inizia con le congratulazioni più sentite da parte della Finnair, la compagnia aerea finlandese, che celebra questa data cruciale ed esorta i passeggeri a bordo del volo AY021 a battere le mani. Sessantadue anni fa infatti l’India diventava formalmente una Repubblica ed entrava in vigore la nuova Costituzione.

DANZE SFRENATE - A quel punto il ritmo bollywoodiano galoppa e lo staff disinvoltamente inizia ad accennare i tipici movimenti che scandiscono i balli indiani (. C’è tutto il personale, tante hostess bionde dal fascino tipicamente nordico che seguono la musica e persino un pilota. Pare che l’idea sia stata dell’hostess Helena Kaartinen, che ha curato la coreografia del balletto e postato il video su YouTube. Ora il filmato è diventato virale e vanta già 540331 visualizzazioni. Ma è in crescita vorticosa, mentre i commenti che si susseguono sono tutti di grande apprezzamento per la Finlandia e ancor più per le bionde hostess.

I PASSEGGERI – La maggior parte degli imbarcati sembrava divertita e sicuramente stupita. Ma c’era anche qualcuno molto serio, forse preoccupato dalla sorpresa e dall’umore decisamente pazzerello del personale. Una volta arrivati nella città di destinazione i passeggeri hanno trovato una parata lungo Rajpath, l’arteria che dal palazzo presidenziale di Nuova Delhi arriva all’India Gate. Ma nulla ha potuto eguagliare i festeggiamenti a bordo.
Emanuela Di Pasqua27 gennaio 2012
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venerdì 27 gennaio 2012

VOI CHE VIVETE SICURI Nelle Vostre Tiepide Case


Oggi è il giorno della memoria, vi propongo questa bellissima riflessione di Primo Levi

VOI CHE VIVETE SICURI Nelle Vostre Tiepide Case



Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi, Se Questo è un uomo

martedì 24 gennaio 2012

Davvero simpatico, guardate come si fa a fare una casa

Dove sono i luoghi più fotografati del mondo?

L'immagine ottenuta dai dati geografici delle foto caricate con «Panoramio» di Google

Italiani i luoghi più fotografati della Terra

Sull'infografica interattiva elaborata da Sightsmap
l'intensità del colore indica le zone più o meno attive

L'immagine ottenuta dai dati geografici delle foto caricate con «Panoramio» di Google
Italiani i luoghi più fotografati della Terra
Sull'infografica interattiva elaborata da Sightsmap
l'intensità del colore indica le zone più o meno attive

MILANO - Forse non serviva un’infografica per confermare quello che sappiamo già. Tuttavia, le informazioni e i dati raccolti da Sightsmap evidenziano in maniera splendida quali sono i luoghi più fotografati del pianeta. Ebbene, in questa particolare classifica il Belpaese si piazza nelle primissime posizioni.
ZONE CALDE - Utilizzando i dati geografici delle foto caricate dagli utenti attraverso il sistema “Panoramio” di Google, applicazione che unisce la tecnologia di Maps alla passione per la fotografia, sul web è nata un’infografica interattiva dei luoghi più fotografati di tutto il mondo. Similarmente alle immagini del meteo, le zone colorate diversamente indicano quelle più o meno attive. Tra le «regioni calde» c’è l’Italia, la Francia, la Spagna. Ovviamente non si tratta di una statistica scientifica, forse il sito di condivisone di fotografie di Mountain View è semplicemente più popolare in certe zone e in altre meno. Il progetto con i «top spots» del pianeta - messo online in questi giorni da Tanel Tammet, professore estone alla Tallinn University of Technology - è in ogni caso degno di nota.
Elmar Burchia24 gennaio 2012
Corriere della Sera

Microcredito e turismo responsabile?

lunedì 23 gennaio 2012

MATURITA' QUINTA B






TITOLO DI STUDIO: DIPLOMA DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO AD INDIRIZZO TECNICO

PERITO PER IL TURISMO

PRIMA PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO ESTERNO:
1) ITALIANO

MATERIA OGGETTO DELLA II PROVA SCRITTA AFFIDATA AL COMMISSARIO INTERNO, quindi il vostro professore

- LINGUA/E STRANIERA : questa è a scelta fra le tre che studiate

ALTRE MATERIE AFFIDATE AI COMMISSARI ESTERNI:

2) ARTE E TERRITORIO

3) DISCIPLINE TURISTICHE E AZIENDALI (sigh! mi sarebbe piaciuto esserci)

Adesso il consiglio di classe deve scegliere gli altri due insegnamenti con l'insegnante interno!!!

In bocca al lupo


domenica 22 gennaio 2012

SE A SCUOLA INTERNET RENDE STUPIDI


cosa pensate di questo articolo apparso su "Repubblica" di qualche giorno fa ?

Due spettri s' aggirano per le scuole italiane: la lavagna interattiva e il tablet. Il primo è un apparecchio del tipo dell' iPad, che si collega in rete e permette di leggere, ascoltare, vedere, scrivere, calcolare più o meno come un computer, con la differenza che pesa solo qualche centinaio di grammi. La lavagna interattiva è un grande display che sembra una lavagna: ci si scrive con una penna speciale o col dito e quel che si scrive si può salvare, modificare, spedire... Da un po' di tempo qualcuno ha stabilito che sono il futuro della scuola: nessuno sa di preciso chi abbia preso questa decisione ma sta di fatto che, appena un ministro s' installa, dichiara che i due gadget sono indispensabili. Il ministro Profumo non fa eccezione: quando, appena arrivato, ha scoperto (dati Istat 2009) che a scuola (non a casa) i ragazzi che usano il computer sono solo il 4%, ha annunciato che, per rendere la scuola italiana più "moderna e visionaria", punta sulla diffusione di lavagna interattiva e tablet. Quanto alla lavagna interattiva, basta vederla in funzione per capire cheè un gadget inutilee fragilissimo. Il suo lavoro non è molto diverso da quello di una lavagna normale, quasi solo con la differenza che si può registrare quel che si è scritto.
 Il tablet è più insidioso: date le sue maggiori possibilità di uso (contiene libri elettronici e può operare come blocco per appunti, terminale telematico, strumento di precisione e altro), ha un appeal a cui è difficile resistere. Inoltre, siccome è "connesso", spinge facilmente a credere che apra finestre su un mondo illimitato. Ma è davvero così? A parte l' entità dell' investimento necessario per realizzare il proposito del ministro, il dibattito internazionale su questi temi è molto vivo. Più di un analista dubita della reale utilità di queste risorse nella scuola.

 In ritardo su tutti gli aspetti della modernità, la nostra scuola ha sempre mostrato la più candida accoglienza verso mode (tutte, inutile dirlo, di origine statunitense) che si sono esaurite in un batter d' occhi. A ricordarne alcune si entra nella più plumbea archeologia culturale. Negli anni Settanta subimmo l' inondazione del mito del test e della misurazione "oggettiva" delle prestazioni dei ragazzi; poi fu la volta degli "obiettivi didattici", mediocre dottrina che costrinse per anni gli insegnanti a indicare ossessivamente gli "obiettivi" (scelti entro liste prestabilite) a cui la loro attività doveva puntare; infine la folle sbronza di "istruzione programmata": in attesa dei computer (allora rarissimi) si progettavano noiosi fascicoli che ne scimmiottavano la logica
. Ognuna di quelle ondate generò corsi di aggiornamento, investimenti e carta straccia, senza dire del subbuglio che produsse nei professionisti e le famiglie. L' apertura senza riserve a tablet e lavagne interattive (qualcuno studia anche le applicazioni educative del telefonino...) corre il rischio di essere un nuovo capitolo di questa storia di sudditanza. La cultura digitale è di certo un fenomeno più importante delle mode precedenti. Ma, se non ci si può opporre alle innovazioni epocali, nonè inevitabile accettarle senza sapere che cosa si sta facendo. Anche qui tra l' altro la nostra scuola arriva in ritardo: mancata (negli anni Ottanta) la fase iniziale dei pc, ignorato (negli anni Novanta) l' avvento della rete, ora cerca di acchiappare la pantera per la coda introducendo tablet a tappeto. Ma prima di fare una mossa simile è cruciale domandarsi che cosa comporta l' introduzione massiccia della cultura digitale nella scuola. Risorsa formidabile in alcuni impieghi ma pericolosa in altri, è una potenzialità ambivalente che richiede in ogni caso un governoe una gestione fermi e consapevoli. Basta menzionare un rischio tipico: la cultura digitale è uno dei più temibili moventi di interruzione della concentrazione che si siano mai presentati nella storia, e si sa quanto la concentrazione sia cruciale nell' apprendimento.
 L' entusiasmo di un ministro o di qualche dirigente scolastico (che trova magari esaltante il fatto che i tablet liberino i ragazzi del pesante zaino) è una motivazione ancora troppo tenue per giustificare una tardiva e radicale digitalizzazione della scuola. - RAFFAELE SIMONE

Donne e turismo: intervista

Studiare turismo è divertente o troppo impegnativo? Spesso manca un giusto approccio, di certo ci sono vari punti da prendere in considerazione.
Claudio Visentin è docente all'Università della Svizzera italiana e della Scuola del Viaggio (www.claudiovisentin.it).
Qui ci aiuta a schematizzare e impostare le prime riflessioni, su un tema vasto.

A proposito di donne nel turismo, quali le prime distinzioni?
Possiamo parlare di donne che viaggiano o di donne che lavorano nel turismo. Sulle prime ci sono dati che confermano caratterizzazione e crescita dei numeri, interessanti per chi lavora nel turismo. Sulle seconde si possono fare due distinzioni: tra le donne dei paesi in via di sviluppo e quelle di casa nostra. Sulle prime la cooperazione lavora, per esempio, con progetti come il microcredito. Sulle seconde si possono fare analisi sul concetto di ospitalità e di servizio. In entrambi i casi, sia ragioni antropologiche che condizioni molto pratiche, ci portano a notare che da una parte le donne sono portate all’ospitalità, e dall’altra fanno spesso lavori precari.
Su tutto ciò nel nostro sito abbiamo documenti e articoli, ma che cosa spiegare alla ragazza che si chiede se studiare turismo dopo le superiori?
Prima di tutto, consiglio di scegliere come studiare. Nella formazione turistica c’è tantissima scelta; ma molta è diventata un business non per chi impara, ma per chi la organizza: c’è un eccesso di corsi di laurea, di master, spesso corsi deludenti.
E guardando più in là, al mercato del lavoro?
Questo è il secondo punto: bisogna riflettere su due aspetti. Prima di tutto il turismo è esploso negli anni ‘80 e lì c’è stato un massiccio reclutamento, che ancora non ha un ricambio, mentre si sono formate nuove leve.
In più, nel frattempo sono nate nuove forme di turismo, che non si possono ignorare.
Un altro problema di casa nostra è che si tratta di un settore non protetto e non bloccato, quindi chiunque può inserirsi, anche chi non ha studiato la materia. Tutte ragioni per prepararsi meglio.
E' una vera sfida.
Sì, alle ragazze ed ai ragazzi di oggi, spetta un'entusiasmante responsabilità: sostituire sia le figure professionali che le idee. Formandosi davvero in modo nuovo. Scegliendo scuole serie. Leggendo, studiando e guardandosi intorno con criticità e curiosità. Cercando nuovi scenari.
La chiave vincente oggi quale è?
Per esempio, studiare e lavorare in inglese. Il mercato del turismo è globale, si incontrano culture diverse, i campi di lavoro che si aprono spesso sono all’estero.
Allora come e cosa studiare?
Io suggerisco di non fare corsi lunghi per sfociare in figure dirigenziali. Meglio una laurea triennale, poi inserirsi nel mondo del lavoro, verificare cosa offre, e poi eventualmente studiare di nuovo. Anche a livello basso, senza bisogno di ricoprire incarichi prestigiosi, ci si può preparare con soddisfazione. Oggi chi studia il mercato si accorge di esigenze nuove: per esempio, si constata che il mercato cinese è ampio e questo indica che sarebbe utile studiare il cinese. Insomma, bisogna muoversi sempre in una prospettiva globale. Il turismo è un lavoro in tutti i paesi. Noi siamo un paese maturo e può essere più facile trovare lavoro in un albergo di Hong Kong che in Italia.
Come valutare una Università?
Molti corsi universitari sono un adattamento di altri corsi di lingue o materie umanistiche trasformati in scienze del turismo, ma non danno una formazione in turismo. Per esempio sociologia o geografia dovrebbero essere trattate in modo del tutto diverso, con la connotazione del turismo.
Come scegliere?
Controllare che i docenti siano persone conosciute, attive in quel campo, nominati come consulenti, con una visibilità, curriculum, citazioni, pubblicazioni, insomma una vera specializzazione nel turismo. Che offrano stage veri e non che se li deve cercare lo studente. Che abbiano una visione del turismo ampia.
Per farsi un’idea di cosa possono offrire i corsi seri, si possono guardare le facoltà di Rimini, Milano Bicocca, Cattolica.
Dove cercare lavoro?Meglio partire da percorsi umili. Perché la carriera spesso è interna ad una grossa struttura o comunque alla struttura da cui si incomincia e poi si va avanti per gradi. Per esempio chi incomincia ad aiutare in un agriturismo impara vari mestieri e se è in gamba li può ricreare in un altro agriturismo con un livello più alto. E lo stesso in un hotel.
Cosa insegna la sua Scuola del Viaggio?

La scuola del viaggio sono dei corsi in cui insegniamo fotografia, scrittura, disegno. Sono nati per i viaggiatori, per clienti che hanno già una carriera diversa. Ma spesso è successo che gli allievi hanno ridisegnato la loro carriera inventando un lavoro nuovo con quella abilità in più. Per esempio c’è chi è diventato redattore di siti web turistici.

giovedì 19 gennaio 2012

.... ancora Fulco Pratesi


  Nel luglio 2002, diciassette anni dopo, fui inviato da un giornale al quale collaboravo a vedere cosa fosse successo a Sharm el Sheik. Partii con previsioni funeree date le notizie che su questi luoghi mi provenivano. Trovai la costa del Sinai, che nel 1985 era completamente brulla e desertica, completamente cambiata, ricoperta di immense costruzioni turistiche, ma anche di palme e altre essenze, piantate a migliaia, che avevano cambiato totalmente il paesaggio originario
l’ambiente che si va a visitare.
Molte volte ho condotto dei viaggi, andando a visitare delle zone bellissime in varie parti del mondo. E ho sempre osservato i comportamenti dei miei compagni di viaggio. Ad esempio, quando ho guidato anni fa un gruppo di giornalisti nelle Filippine, avevo chiesto loro di non raccogliere o acquistare conchiglie e altri souvenir vietati, come il corallo nero, oggetti di tartaruga, ecc. Purtroppo alla fine è successo quello che non avrebbe dovuto succedere. La maggior parte del gruppo si è precipitata nei vari mercatini a comprare cose vietate. Portare a casa il souvenir – il braccialetto di peli d’elefante, il coccodrillino impagliato, l’oggettino di avorio oppure la statuetta di legno tropicale vietato, come il mogano o il palissandro del Madagascar – è sempre oggetto di una spinta irrefrenabile che danneggia l’ambiente e impoverisce la biodiversità del Pianeta.








Ma c’è anche un lato positivo del turismo. Ed è che, senza di esso – ad esempio nei parchi nazionali – molte zone oggi bellissime sarebbero andate distrutte. Non so come i masai del Kenya avrebbero potuto conservare dei loro territori se non avessero avuto la possibilità di trarne del reddito. È stato, infatti, calcolato che un leone ucciso legalmente da un cacciatore (pur se a caro prezzo) rende molto meno di un leone vivo perché quest’ultimo è possibile vederlo e ammirarlo per migliaia di volte da decine di migliaia di turisti. E ogni volta suscita emozioni e coinvolgimenti contribuendo così non poco all’economia locale.
Il turismo può essere dunque un fatto molto positivo soprattutto per il cosiddetto Terzo Mondo, a condizione però che si entri nei luoghi con attenzione, con un senso di solidarietà e di rispetto per le tradizioni locali e l’ambiente naturale.
Molti sostengono che “il turismo distrugge tutto”. E, in effetti, esistono isole ed atolli (come nelle Maldive) che sono stati spesso sfruttati a fondo dai tour operator, senza tener conto del fatto che insediarvi un resort – con i suoi scoli, i detersivi, etc. – significa spesso distruggere la barriera corallina e la trasparenza delle acque, inducendo i turisti ad abbandonare quella meta.
È necessario pertanto tener ben distinto un certo tipo di turismo “positivo” e un turismo da considerare “negativo”, in cui la spinta alla speculazione e allo sfruttamento la fa da padrona.







Ma a questo proposito, per spiegare che non tutto il male vien per nuocere, voglio raccontare un’esperienza personale che risale al 1985, quando decisi di visitare la barriera corallina del Mar Rosso, allora in territorio israeliano, un luogo in cui è presente la più bella barriera corallina del mondo. E il luogo corrispose alle aspettative: era il più bel reef (e ne conosco tanti) che avessi mai visto. Nel luglio 2002, diciassette anni dopo, fui inviato da un giornale al quale collaboravo a vedere cosa fosse successo a Sharm el Sheik. Partii con previsioni funeree date le notizie che su questi luoghi mi provenivano. Trovai la costa del Sinai, che nel 1985 era completamente brulla e desertica, completamente cambiata, ricoperta di immense costruzioni turistiche, ma anche di palme e altre essenze, piantate a migliaia, che avevano cambiato totalmente il paesaggio originario.
Mi chiesi allora, se sulla costa il paesaggio era così mutato, che cosa sarebbe accaduto alla barriera corallina che già nell’’85 appariva fragile e delicata (vi trovai infatti stracci di plastica impigliati nelle madrepore e i beduini che abitavano sulle rive certo non impegnati nella tutela).
Invece, immergendomi, ho trovato inaspettatamente una situazione buona. Intanto perché l’aumento della temperatura del mare causata dal global warming – che aveva provocato la moria dei coralli per imbianchimento (bleaching) nei territori più prossimi all’Equatore come le Maldive (che avevo visitato anni prima) – in quei luoghi del Mar Rosso non aveva fatto danni. Questo perché i suoi coralli, trovandosi all’estremo limite settentrionale della fascia dei coralli, tra una latitudine di 30° N e di 30° S. dove la temperatura media del mare è di circa 20-21 gradi, non avevano subito danni dal riscaldamento globale








. I coralli e le madrepore stanno infatti risalendo verso nord cercando temperature meno torride. E non mi meraviglierei se fra qualche anno vedessimo i primi coralli a Porto Said, allo sbocco nel canale di Suez nel Mediterraneo. Come del resto moltissimi pesci già arrivano nel Mediterraneo dall’Oceano Indiano, causando dei problemi alla fauna indigena.
La barriera corallina che accompagna tutta la costa di Sharm el-Sheikh (che oramai è diventata una meta turistica come Rimini, frequentatissima da italiani) si è conservata bene anche perché i gestori degli alberghi stanno attenti a non farla danneggiare (guai a chi tocca i coralli o ci cammina sopra. Mi è stato riferito che degli operai locali sono stati cacciati via da un’impresa edile perché scoperti che camminavano sul corallo mentre lavoravano). A parte la buona salute del reef che ho visitato lungo tutta la costa del Sinai, anche la varietà delle specie ittiche è rimasta la stessa, a densità praticamente uguale, nonostante il flusso continuo di bagnanti e subacquei. Infine, cespi di corallo colorati e vitali si sono insediati addirittura in piscine di acqua salata, comunicanti col mare, dentro villaggi turistici immensi. Questo dimostra come la natura riesca in qualche maniera a recuperare certe situazioni, offrendo stimoli alla nostra speranza.

.... segue

martedì 17 gennaio 2012

Interessante articolo di Fulco Pratesi del wwf


Fulco Pratesi, Presidente Onorario di WWF, parla di turismo sostenibile



Quando si parla di turismo, è possibile riscontrare due atteggiamenti diversi nelle persone: quelle che viaggiano ma che non hanno particolari impegni di tipo culturale e quelle per cui il viaggio è un’attività coinvolgente e istruttiva. Basta seguire i vari programmi televisivi: i concorrenti dei quiz, interrogati su cosa vogliano fare della vincita, rispondono spesso: “un bel viaggio”. Il viaggio è sicuramente un’esperienza importante nella vita. Il poter visitare paesi diversi, conoscere usanze e tradizioni inconsuete dà un’apertura mentale nei confronti degli altri popoli che vivono con noi sul Pianeta
Tuttavia, ci sono diverse concezioni di turismo. C’è un turismo “malato”, che ci fa considerare “turismo” le abitazioni turistiche, le lottizzazioni sulla costa o i residence sui monti. Questo non è turismo, questa è villeggiatura, basata quasi sempre sulla speculazione edilizia e su azioni non compatibili con una visione sostenibile del pianeta. Questo turismo “residenziale” è oltretutto una contraddizione in termini: perché la parola turismo viene dal francese “tour”, cioè giro (basti pensare al Grand Tour che dal ‘700 in poi portò in Italia schiere di appassionati intellettuali da tutta Europa). Quindi il turismo non può essere ridotto a chi se ne sta sulla spiaggia ad abbronzarsi o nella casa di vacanza a tosare l’erba.
Una seconda concezione del turismo è quella del viaggio esotico. Il viaggio esotico, specialmente in territori delicati, fragili (come le barriere coralline o le foreste tropicali), può causare dei problemi, soprattutto per le popolazioni, ma anche per l’ambiente che si va a visitare.
Molte volte ho condotto dei viaggi, andando a visitare delle zone bellissime in varie parti del mondo. E ho sempre osservato i comportamenti dei miei compagni di viaggio. Ad esempio, quando ho guidato anni fa un gruppo di giornalisti nelle Filippine, avevo chiesto loro di non raccogliere o acquistare conchiglie e altri souvenir vietati, come il corallo nero, oggetti di tartaruga, ecc. Purtroppo alla fine è successo quello che non avrebbe dovuto succedere. La maggior parte del gruppo si è precipitata nei vari mercatini a comprare cose vietate. Portare a casa il souvenir – il braccialetto di peli d’elefante, il coccodrillino impagliato, l’oggettino di avorio oppure la statuetta di legno tropicale vietato, come il mogano o il palissandro del Madagascar – è sempre oggetto di una spinta irrefrenabile che danneggia l’ambiente e impoverisce la biodiversità del Pianeta.

Ma c’è anche un lato positivo del turismo. Ed è che, senza di esso – ad esempio nei parchi nazionali – molte zone oggi bellissime sarebbero andate distrutte. Non so come i masai del Kenya avrebbero potuto conservare dei loro territori se non avessero avuto la possibilità di trarne del reddito. È stato, infatti, calcolato che un leone ucciso legalmente da un cacciatore (pur se a caro prezzo) rende molto meno di un leone vivo perché quest’ultimo è possibile vederlo e ammirarlo per migliaia di volte da decine di migliaia di turisti. E ogni volta suscita emozioni e coinvolgimenti contribuendo così non poco all’economia locale.
Il turismo può essere dunque un fatto molto positivo soprattutto per il cosiddetto Terzo Mondo, a condizione però che si entri nei luoghi con attenzione, con un senso di solidarietà e di rispetto per le tradizioni locali e l’ambiente naturale.
Molti sostengono che “il turismo distrugge tutto”. E, in effetti, esistono isole ed atolli (come nelle Maldive) che sono stati spesso sfruttati a fondo dai tour operator, senza tener conto del fatto che insediarvi un resort – con i suoi scoli, i detersivi, etc. – significa spesso distruggere la barriera corallina e la trasparenza delle acque, inducendo i turisti ad abbandonare quella meta.
È necessario pertanto tener ben distinto un certo tipo di turismo “positivo” e un turismo da considerare “negativo”, in cui la spinta alla speculazione e allo sfruttamento la fa da padrona.
Ma a questo proposito, per spiegare che non tutto il male vien per nuocere, voglio raccontare un’esperienza personale che risale al 1985, quando decisi di visitare la barriera corallina del Mar Rosso, allora in territorio israeliano, un luogo in cui è presente la più bella barriera corallina del mondo. E il luogo corrispose alle aspettative: era il più bel reef (e ne conosco tanti) che avessi mai visto.
(…segue)
wf

 

TURISMO SOSTENIBILE













3B vi mando delle belle foto sull'argometo di cui stiamo discutendo in classe: interessante è anche il video sulle criticità che erano già state evidenziate per il passaggio di grandi navi da crociera nella laguna di Venezia: cosa ne pensate?

lunedì 16 gennaio 2012

E' arrivato il codice del turismo

Sognare le Maldive non costa niente, vi regalo questa bella immagine se mi promettete di andare almeno a sbirciare il link al codice del turismo: la professoressa Brocca vi interrogherà!












giovedì 12 gennaio 2012

Aeroporto Friuli Venezia Giulia :: Ronchi dei Legionari Airport - Intitolazione aeroporto

Sentite la storia che ha raccontato la professoressa Brocca: una nostra ex, ex, ex allieva lavora presso l' aeroporto di Trieste. Qualche anno fa, dovendo intitolare la struttura ad un personaggio significativo , le fu chiesto di fare una proposta. Ci voleva un nome che fosse sia legato al territorio che ai viaggi e Venezia si era già accaparrata Marco Polo...Così a lei è venuto in mente proprio Pietro Savorgnan di Brazzà! La proposta è stata accettata, leggete qua dal link dell'aeroporto:

Aeroporto Friuli Venezia Giulia :: Ronchi dei Legionari Airport - Intitolazione aeroporto

mercoledì 11 gennaio 2012

studiare l'IVA

Tutte le slide fino alla n° 17

Seminario gratuito"Il mestiere dell'animatore turistico"


L'Informagiovani di Latisana ha organizzato questo seminario, penso che possa essere di vostro interesse!

Are you a perfect volunteer? Sei un perfetto volontario?


Prontuario da non prendere troppo sul serio per gli studenti dell’Istituto Tecnico Statale per il Turismo di Lignano Sabbiadoro, prossimi aspiranti membri dello staff della Coppa del Mondo U20.

Sono un perfetto volontario se:
1)     Non vedo l’ora che arrivino le vacanze di Natale per prepararmi alla gara.
2)     Il rosso mi dona (vedere il giubbotto)
3)     Sono abituato a lavorare 25 ore su 24. Pranzo e cena sono un optional. Io preferisco i panini del bar.
4)     Le parole “Under 20” mi rendono particolarmente felice.
5)     L’aereoporto è la mia seconda casa. Sono un gps umano e le valigie vengono a me come calamite.
6)     Se sono circondato da persone sotto stress la mia calma aumenta.
7)     Noooooo, ma chi l’ha detto che le regole della scherma sono complicate?
8)     Ho la capacità di trovare le cose perse, di moltiplicare quelle che scarseggiano e di inventare soluzioni per ogni problema.
9)   So riconoscere a prima vista le bandiere di tutte le nazioni del mondo e canto senza esitazioni anche l’inno nazionale di Trinidad e Tobago.
10) Parlo quasi tutte le lingue, ma il modo migliore che conosco per farmi capire è il sorriso.

Grazie, ragazzi, per tutto l’impegno ed il cuore che ci mettete!

Il Comitato Organizzatore.

Gare Coppa del Mondo Under 20




martedì 10 gennaio 2012

commenti tecnici

Primo: Patrizia mi ha fatto notare che le slide non si possono stampare, mentre mi attivo per studiare e risolvere il problema provate a salvare su una chiavetta USB le slide per poterle stampare successivamente.
Secondo: non mi fate parlare da sola, non avete nessun commento da fare?
Domani:
4B E 3B : interrogazioni
5B non possiamo procedere con il programma di interrogazioni che abbiamo concordato stamattina perchè gli scrutini sono il 30 pomeriggio.

Cosa fai la prossima estate?

 Hai mai pensato di movimentare la tua estate coniugando divertimento, impegno e perchè no? anche lingue?
Il professor Parmegiani vi segnala queste proposte. Date un'occhiata e fateci sapere!

ELENCO INDIRIZZI DI ORGANIZZAZIONI CHE ORGANIZZANO CAMPI
ESTIVI PER GIOVANI IN ITALIA E ALL’ESTERO
Campi WWF
Il WWF organizza vacanze per bambini e ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori. Nel sito sono disponibili informazioni su campi
avventura, vacanze natura, famiglie, campi di volontariato, turismo responsabile.
www.wwfnature.it
www.wwf.it

Amnesty International
La sezione italiana di Amnesty International organizza un campo estivo dedicato a ragazze e ragazzi dai 14 ai 25 anni che si incontrano per parlare di
diritti umani, approfondirne gli strumenti di tutela, e riflettere su cosa fare per promuoverli. Ma anche per conoscersi, condividere le proprie
esperienze e vivere momenti di relax, di vacanza e di scoperta del territorio.
www.amnesty.it

Campi del vento
Scuola vela ed educazione ambientale per ragazzi (12-16 anni) nell'Arcipelago Toscano, che oltre ad essere parco nazionale è anche "Santuario dei
cetacei".
www.campidelvento.it

Campo Gulliver
Organizzano vacanze per ragazzi e famiglie seguendo i principici educativi degli scout. Le attività vanno dall'abilità manuale alla conoscenza dei
propri sensi, dalla vita all'aperto con la natura alla salute e all'efficienza fisica, dall'educazione sociale alla competenza e all'espressione. E' possibil ricevere gratuitamente il depliant informativo.
www.campogulliver.it

Event Sound Promotion
Organizza il "Music Village", evento incentrato sull'aggregazione musicale e la formazione artistica, dedicato a band ed artisti emergenti (circa 40 ogni anno) che si esibiscono davanti ad operatori del settore. Corsi di musica, canto, chitarra, basso, batteria.
www.espromotion.it

Factoryart Camp
Campo estivo per ragazzi dagli 8 ai 14 anni che combina la ricerca sui linguaggi artistici con attività sportive e lo studio dell’inglese.
www.factoryartcamp.it

Forum Europeo delle Associazioni per i Beni Culturali
Portale su diversi campi estivi legati all'archeologia sia in Italia che all'estero (per l'estero è richiesta la conoscenza della lingua inglese). Si trovano  link diretti ai diversi enti italiani e non che li organizzano.
www.heritageforum.org

Keluar
Organizza campus e laboratori artistico-espressivi in estate,turni di 15 giorni, da giugno a luglio, in tutta Italia per ragazzi dai 6 ai 17 anni.
www.keluar.it

campiavventura.it/
https://secure.wikimedia.org/wikipedia/en/wiki/TIC
www.boldearth.com
www.jtcamp.ch
www.seatrekbvi.com
www.teenlife.com
www.camppage.com/
www.americasfinestsummercamps.com

domenica 8 gennaio 2012

La mappa del mondo


Queste due immagini sono ben diverse fra loro: la prima è una mappa del mondo così come è, la seconda è invece una mappa dei paesi che hanno i maggiori guadagni  provenienti dall'incoming turistico. Che fine hanno fatto l'Africa e il Sud America? Troverai altre mappe di questo genere sul sito:
http://www.worldmapper.org/index.html

lunedì 2 gennaio 2012

Fai questo test

Cari ragazzi,
quando ci rivedremo il mio blog sarà diventato più articolato, vi sottopongo questo test che vi servirà per capire se siete in grado di eseguire una consegna. Senza barare, stampate il testo, prendete un orologio ed eseguite accuratamente le istruzioni. Fatemi sapere come è andata



Test da effettuare in 3 minuti
  1. Prima di fare qualsiasi cosa leggere attentamente ogni punto di questa esercitazione.
  2. Scrivi il tuo nome nell’angolo a destra in alto del foglio.
  3. Traccia una circonferenza attorno alla parola “nome” della seconda istruzione.
  4. Disegna 5 piccoli quadratini nell’angolo a sinistra in alto del foglio.
  5. Scrivi una X in ogni quadrato.
  6. Inscrivi ciascun quadrato dentro una circonferenza.
  7. Scrivi il tuo nome sotto il titolo di questo foglio.
  8. Accanto al titolo scrivi……….si, si, si.
  9. Nel retro del foglio moltiplicare 703 x 66.
  10. Traccia una circonferenza attorno alla parola “foglio” nell’istruzione n. 7.
  11. Quando arrivi a questo punto pronunci a voce alta il tuo nome.
  12. Se pensi di aver eseguito le istruzioni sino a questo punto pronunci ad alta voce: “si”.
  13. Batti le mani 3 volte
  14. Conta ad un tono di voce normale, da 1 a 10 e viceversa.
  15. Fai 3 piccoli buchi con la punta della matita nella parte superiore del foglio.
  16. Se sei la prima persona ad essere arrivato a questo punto pronuncia a voce alta: “sono stato il primo ad arrivare a questo punto e sono leader nell’eseguire le istruzioni
  17. Sottolinea tutti i numeri che si trovano in questa faccia del foglio.
  18. Pronuncia a voce alta: “ho quasi terminato e ho eseguito tutte le istruzioni”.
  19. Ora che hai terminato di leggere con attenzione tutti i punti di questo test compila solamente l’istruzione n. 2. Resta in silenzio, evitando di fare capire agli altri che hai terminato l’esercizio.
Ciao